Sorge sul primo albore,
vede fontane ed erbe
poi stanco si riposa
altro mai non inspera,
viandante
di lacero tempo consunto,
al vento, alla tempesta
varchi torrenti e stagni
senza posa o ristoro.
tale è la vita mortale,
ove il tutto oblia
nell'abisso orrido,
precipitando invano.
la vita è sventura,
il nascimento
mortal attimo;
illude l'uomo,
questo vivere terreno
è il nostro patire,
questo errare inutile
alla silenziosa luna
è simile.
essa in ciel vaga;
sorge la sera
e contemplando
le deserte distese si posa.
al chiarire di essa,
ogni cosa si confonde
tra archi di pietra
e antri muscosi,
le ombre immortali
con l'umana sorte
giocano.
si spaura il cuore;
l'anima si dispera
e nel mortal abisso
il tedio mi assale.
funesto
è il giorno a chi nasce,
all'altrui sorte
il mio cuor rifugge;
nelle tenebre
oscure compagne
pace ritrova
nell'eternità il nulla
riprende vita...