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Pubblicata il 30/03/2018
Quale approdo
mira il vostro sguardo,
quale inferno
per lava e fuoco
vi ingoia..
giovani ebbri
di speranze
e poi
tra urli atroci
d'umana bramosia
resi crocefissi.

cotesta
ripudiante società
lacera
logora,
creando
robotizzati mostri
e dove la fiammante
amorevole spada discende..
il vile, l'ardor d'essa uccide.

l'innocente
più non trema né implora,
vittima
pur esso
di folli menti,
dalle quali l'uomo dall'uomo
genera morte.

volgo lo sguardo,
ove
si tramano progetti
d'abuso e potere;
ansito febbrile,
prepotente smania
di mortali illusioni
d'eternità.

ad essi si chinano
i mortali ignari
strategie tiranne
orrori dell'esecrato giogo..
ma voi
null'altro siete
che putride membra
sudori repellenti, sangue..
non vi è vivere dignitoso
per chi gioca
con l'umano pianto.

spietata sarà la catena
che recidera' i vostri polsi,
incandescente la lava
che cenere renderà
il vostro corpo.

neppure
il ricordo sarà concesso,
e graffiando la vuota aria
invocherete l'amore..
...ma esso lontano sarà
e pietà non concederà...
solo un ferro fisso, corroso,
penetrerà il vostro inutile cuore..
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