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Pubblicata il 28/03/2018
Immoto
al levarsi dell'aurora resto,
dissolte già vedo
le membra nell'oblio
delle tenebre.
cinereo ammanto
nel nulla surruga
le cure mie..
e le struggenti insidie
di lusinghiera vita.

anima mia,
qual tedio
qual amar fato
la sorte riservò
in cuor tuo..

profondo abisso
ove...la memoria spaura
nel deserto del nulla,
dove.. livida..
la notte stende
l'opaca coltre.

ingannevole vital incanto,
m'afferra l'urlo nero
di quel nome..
or senza più volto..
fisso..vitreo sguardo
rifugge per l'ignota mortal via
ove il nulla
già inghiotte il corpo
e le lacere membra.

tentacoli di cera
intorno a lapidee forme,
croci erette
nell'ipocrisia stagnante.
l'uomo finge il vero
compone stonate note,
e.. quando nell'aria
il lacerante tocco
della campana freme,
nel cuor..
né spirito
né carne trovo
al seguito del feretro
che rinchiude
chi nella vita
amato avevo...
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intensa ma un po' lunga

il 28/03/2018 alle 07:41

Grazie ...

il 02/04/2018 alle 00:24