rintocca la notte,
nel ticchettio dei ricordi
di una sera trascorsa
tra amicali memorie
e sguardi di fraterna amicizia.
batte le ore un orologio malato
di fugace mestizia
ed attimi rapidi intensi
di pace serena e frugale,
come chi non sa più assaporare
l’acre gusto di vita trascorsa in pienezza
nel bene e nel male
e non sa ritrovare la via di un tempo
creduto perduto,
ma che ha preso gli aspetti ,
camaleontica trasformazione,
di eventi di quotidiano patire.
quella gioia creduta vissuta
in un tempo che suol dirsi lontano
non so più se sia realmente accaduta
o è frutto di desiderio più ampio
di un oggi che ha cambiato i confini
di spazi in cui turbinano legami di affetti
che non trovano strada e lasciano scie di dolore
e frammenti di vite spezzate.
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