Una donna che, anche dietro l'immagine costruita, restava tale. " Se c'è un essere supremo deve essere pazzo", soleva dire, e dai cosiddetti esseri supremi si dissociò a vita. Viveva, eccome se viveva, in fondo, " c'è sempre tempo per mettersi a piangere". Ciao Sergio.
La solitudine e' una componente della nostra stessa vita ,ma non nasciamo per essere in solitudine ma forse lo diventiamo lungo il cammino ,come sempre parole profonde un saluto
Grazie Stramba ( che strano usare il tuo pseudonimo), queste righe sono il sedimentarsi di un full immersion nell'epoca e nel mito. I refusi li commetto perché non uso correttori ortografici, mannaggia !!!
Arlette, mi resta di quella ricerca, compiuta per caso ma che mi è piaciuta e che mi ha arricchito, la sensazione di una sofferenza mai sopita, di un anima lucente che si difende anche verso se stessa, per non essere riuscita ad ottenebrarsi , ed a omologarsi all'establishment, che proprio in quel periodo storico iniziava a dettare ed a imporre le proprie leggi. Rimanere nel profondo la ragazzina che pativa fame e povertà, forse non accettandosi, la sua colpa mai espiata..
Gpaolocci, non possiamo scegliere le carte che il destino ci mette in mano, noi possiamo provare a giocarle al meglio, la solitudine è una di queste, imporcela o subirla, cercarla o fuggirla, averne timore o amarla.. forse il giusto compendio del tutto... Grazie.
Una composizione che mi ha piacevolmente emozionato, veramente pregevole.
Grazie G.V. per il tuo commento,..... il mito,.il suo mondo, l'armi gli eroi, o più prosaicamente le pellicole come tra queste righe ho tentato di toccare.