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Pubblicata il 03/03/2018
Sono fatta per la solitudine».

da un mito, che successe ad un altro
fu come l'equinozio che precede l'eclissi

il volto di neve luminoso di lampi d'ametista
modellato sul calco di una deità pagana,
una sorta di oscuro lago dalle acque limpide
il lucore dall'abisso di occhi neri a fare da àncora,
moderno eppure eterno, classico anche se futuro
la voce poi, profonda, arcana,
denudata violata dal sonoro della celluide.

agata cristallina intarsiata d'ardesia vulcanica
attraversata da vampe incandescenti,
seducente senza dare ad intendere di volerlo,
il modo che era nel muoversi,
un incedere rallentato preciso addestrato,
una souplesse fatta di leggeri passi lunghi,
puledro alla cavezza del phatos
piuttosto che un felino in agguato.

effige malinconica di una seduzione
che non si illude sulla sterilità del destino,
il contrappasso di un potente magnetismo androgino,
a risvegliare i desideri inconsapevoli di uomini
ma anche di donne, spettatrici d'altro oltre il film,
un rito, una consacrazione un epilogo
più che di una finzione attraverso l’aria torbida
interprete e personaggio idissolubili
il fascino derivante dalle ferite che
una ad una gli venivano inferte.

l'unica via concessa al mito,
godere del suo sentimento nel segreto;
marlene seduttrice distruttiva
l'osceno lo scandalo la tragedia,
illusione concupita a diciannove anni
tra i drappi ed i secchi di un camerino d'avanspettacolo
dopoguerra berlinese
voracità di una, vistosa ed eccessiva Erinni,
solitudine perpetrata dall'altra, ossessione
delirio, segretezza reclusa affogata nel mito,
fino alla fine dell'orbita della star.

epilogo di occhiali scuri
di minacce di vendette di spie
fughe in taxi tra Holliwood e Harlem
e pallide amanti inveterate.
giorno di Pasqua del 1990,
medical Center di Manhattan,
mentre New York si accende delle luci della festa,
un silenzioso, enigmatico addio.

"Non ho mai detto: "Voglio essere sola."
ho detto: "Voglio essere lasciata in pace".
c'è un mondo di differenza".
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Una donna che, anche dietro l'immagine costruita, restava tale. " Se c'è un essere supremo deve essere pazzo", soleva dire, e dai cosiddetti esseri supremi si dissociò a vita. Viveva, eccome se viveva, in fondo, " c'è sempre tempo per mettersi a piangere". Ciao Sergio.

il 04/03/2018 alle 13:49

La solitudine e' una componente della nostra stessa vita ,ma non nasciamo per essere in solitudine ma forse lo diventiamo lungo il cammino ,come sempre parole profonde un saluto

il 08/03/2018 alle 12:00

Grazie Stramba ( che strano usare il tuo pseudonimo), queste righe sono il sedimentarsi di un full immersion nell'epoca e nel mito. I refusi li commetto perché non uso correttori ortografici, mannaggia !!!

il 10/03/2018 alle 05:58

Arlette, mi resta di quella ricerca, compiuta per caso ma che mi è piaciuta e che mi ha arricchito, la sensazione di una sofferenza mai sopita, di un anima lucente che si difende anche verso se stessa, per non essere riuscita ad ottenebrarsi , ed a omologarsi all'establishment, che proprio in quel periodo storico iniziava a dettare ed a imporre le proprie leggi. Rimanere nel profondo la ragazzina che pativa fame e povertà, forse non accettandosi, la sua colpa mai espiata..

il 10/03/2018 alle 06:18

Gpaolocci, non possiamo scegliere le carte che il destino ci mette in mano, noi possiamo provare a giocarle al meglio, la solitudine è una di queste, imporcela o subirla, cercarla o fuggirla, averne timore o amarla.. forse il giusto compendio del tutto... Grazie.

il 10/03/2018 alle 06:21

Una composizione che mi ha piacevolmente emozionato, veramente pregevole.

il 22/03/2018 alle 11:56

Grazie G.V. per il tuo commento,..... il mito,.il suo mondo, l'armi gli eroi, o più prosaicamente le pellicole come tra queste righe ho tentato di toccare.

il 23/03/2018 alle 06:07

Grazie Ugo per il tuo passaggio, sempre graditissimo.

il 23/03/2018 alle 06:08