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Pubblicata il 28/01/2018
In queste notti immagino
arenate su baréne aduste
matasse di prodigiose lucciole
accese in veglia sul sonno dei campi
nella speranza di floridi raccolti.

Le scorgo in volo radente,
abbriccate, a locciare sui rami,
e ne ecografo i grembi gravidi
eccitati di semi
per la raccolta matura
d'estate future.

Nel ciclo stagionale
si risveglierano per accocchiare,
ancora una volta,
le volatili festuche
di un'età incombusta,
aggriffando dalla gola
di spenti camini
il parlottio empio
di santesse berlusche (1).

Nella vampanza estiva
le fantine intanto
sugli erbidi manti d'oltr'Era
sguazzeranno d'azzurrìa,
travolgendo d'impeto
uno sciame a zonzo
di tardi calabroni.

(1) strabiche
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