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Pubblicata il 19/01/2018
Tornò in inverno,
sotto al cappello
bavero e sciarpa
carezzavano le vene indurite
bastonate dal freddo

con passo veloce
croccante al gelo
e un ricordo indurito
che stridulo frenava

poi guardò la finestra
ove Lei un tempo s'affacciava
ormai porta di un frigorifero
ove gli anni congelati
razziati dal tempo
e sul davanzale un passero arruffato
cantava il furto

per un attimo
rivide la sua bionda chioma
ma in realtà l'inganno
di una goccia dorata
sgorgata dal nulla
forse da un pensiero,
penzola al sopracciglia
punta da un ago di sole
scossa dal vento gelido

si dileguò tra passanti senza meta
e di quel posto giurò
di scordare persino il nome

il fischio del treno
lo divorò nell'infinito
e l'abbaiare di un cane
monito a non tornare
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da:Sorrisi Pignorati
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Splendido gelo narrativo ed emozionale. Si sentono crepitare le parole. E si percepisce il buco nero dell'oblio. Fantastico.

il 22/01/2018 alle 19:13