La notte è triste, passa assai lenta
ma del mestiere non posso far senza,
carni velate nella penombra
solo oscurate da un filo di nebbia,
la pelle gelata, senza passione
non ha trasporto ma mera illusione.
Non è piacere, non è ardore
ma solo momenti estranei al cuore,
il corpo che danza senza sognare
la replica triste di questo mio altare,
lo sporco ricatto di cui sono attrice
e solo per fame di chi son nutrice.
Ma il tempo passa senza obbedienza
non ha rispetto ma solo insolenza,
con la freschezza di cui ero vanto
lasciare il campo ad un triste incanto,
che non scoraggia di certo il volere
di chi non ha occhi e non vuole vedere.
Mi chiedon clemenza, mi chiedon amore
non hanno sospetti di un corpo che muore,
e se per caso non ho soddisfatto
il cupo destino che non è un antefatto,
la vera illusione all'indomani
è non aver nulla fra le dita e le mani.
Ma state certi che questo mio andare
non è di certo da onorare,
ma una gioia l'ho ricevuta
ho generato da sola una vita,
questo mio vanto deve essere fiero
io l'ho cresciuto da uomo vero.
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