Passa la bara senza coriste
il colore più truce non ha avuto sviste,
fredda feroce in palmo di mano
fiuta la preda e ti porta lontano.
Ecco che ringhia il nostro dolore
tinto di rosso a tutte le ore,
non vi è prostrazione, neppure sgomento
ma un tacito accordo per un muto momento
La sofferenza che tu ci hai donato
lascia lo spazio ad un solo latrato
e il cane che segue il mesto corteo
è figlio bastardo del tuo bieco museo.
Pensa, nessuno segue la morte
solo persone a braccia conserte,
si chiedono arse se è poi proprio vero
se quello che giace è il vile plebeo.
Tanti pensieri corron veloci
e l'indomani solo le preci,
per ringraziare la volta celeste
di essersi presa il male e la peste.
ma il popolo è buono e chiede per sorte
soltanto la vita e non certo la morte,
ponendo a fardello senza mai replicare
un’anima in pegno per poterla pregare.
e quando volesse saper di domani
se deve tacere o batter le mani,
non credere certo non sia a tuo dispetto
quell'ilare atto del popolo eletto.