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Pubblicata il 04/12/2017
Dai buchi delle tasche
l'acuto odor di miglio
e di granaglie minute
ed un accordo nella gola
per mille accenti modulati,
tra svolazzi e tremuli frulli
che viravano stretti
su rotte marziane
nei freddi mattini
sulla foce d'Era.

Gli ultimi inverni
disciolti nell'attesa
in romiti sconsacrati
tra le notti senza sogni
ed i giorni senza orario
dei deposti dal Calvario,
finchè anche il suo moto ciondolo
e quel fischio circolare
s'inchiodarono ansimando
nel gelo di una notte
coccolata dalla civetta.

Primo tra gli ultimi,
libero nell'ultimo volo.
Quasi pronto, al richiamo dell'Eterno.

(povero ramingo che sopravviveva facendo il
richiamo per i cacciatori della Valdera.
viveva in una cappella cimiteriale. Anni 50-60)
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