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Pubblicata il 25/11/2017
Ogni punto del tuo sogno
equidistò dal centro
e ricadde in sonni vuoti,
quella notte non volasti
oltre le fronde dei cipressi.

ma nella conca del plenilunio
ridde stridule e vorticose
fecero comunque
un misero squasso
dei tesori d'un neonato
e sulla fine di Gennaio
tremuli covoni ardenti
sbuffarono in faccia all'alba
i tuoi naturali umori
ed un grido cadde
nella chiara vampa,
prima ti cedette la nuca
poi ti si rattrappirono le mani
esalando nel gelo.

(Polissena da S. Macario,
presunta strega
† 1571)
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Ancient, racconti storie, note o meno note, fatti persone, epoche, e lo fai con un eloquio misurato ed attento, nella forma e nella sostanza. Leggerti è imparare ( per fortuna mi coadiuva google), conoscere, ma non c'è traccia di saccenza aulica nei tuoi scritti piuttosto una continua ricerca una tensione sulla parola e sulla costruzione.I tuoi sono versi in cui forma e contenuto sono imprescindibili.. ho visto che prima di me è .stato evidenziato da altri frequentatori di Ph, sito al quale le tue opere danno ulteriore lustro, Chapeau !!!

il 07/12/2017 alle 06:25

Ti ringrazio molto per l'apprezzamento. Molti anni fa ero un ammiratore della poesia barocca, quella marinista, di cui apprezzavo le iperboli e le visioni fantasmagoriche. Poi sono riuscito a sfruttarne i pochi punti forti, abbandonando le molte sue vacuità. Successivamente è venuta la letteratura anglo-americana, e poi Montale, Ungaretti ed un poeta genovese quasi sconosciuto, Mannerini, ed allora è arrivata la sintesi. Forse sono riuscito a far quadrare il cerchio. Grazie di nuovo, di cuore.

il 07/12/2017 alle 10:33