Ci sono nei miei occhi
tutti i luoghi che non ho.
vedo la bianca Sorgente,
madre generosa e parca,
o Matrigna: ingannevole
e sfuggente
col novello Ulisse,
insensato e sperduto
nell’immenso candore,
abbacinante e fulgente.
vedo i colori sfolgoranti
di un’Africa che non so.
mi corrono incontro
di luce vestiti
sensuali e sfacciati.
ne sento il calore
mi lascio andare….
ma all’alba ritrovo
un po’ di ristoro,
con l’aura che sbianca,
anche il fuoco si arrende.
i colori più accesi
si spengono un poco
in attesa del giorno
che riporta la vita
di colore vestita.
ma ecco avanzare
fra tutti il preferito.
in Irlanda lo trovo
o in Nuova Zelanda.
colline verdi..
smeraldo i suoi prati
verde è il mio viso
i miei occhi
le vesti…..
dov’è quella fata
che al suo passaggio
con tocco leggero
ha vestito il paesaggio?
di verde vestita proseguo la via,
ma il viaggio è finito.
troppi colori mi hanno confuso.
intingo il pennello
nel bianco innocente,
si dissolve la linea
tutto si sfuma.
ogni colore si fonde nell’altro
in un gioco armonico
che mi dona pace.
allora mi arrendo.
ma continuo a viaggiare…
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