“Chi sei tu
che le notti gemi ansimando
a me che volgo al ritorno
che il pianto non cheti
non appena del giorno
la luce si fioca
del tuo volto
distinguo non scorgo
e all’ignoto non credo
così, nell’incerto rimango
col pensiero a ritroso
di chi quel lungo lamento
....che d’incanto scompare
se luce s’accende
Una notte però
dopo tanto aver pianto
il sonno ti ha preso
m’avvicino furtivo a quel volto
che una tenera luna
disegna in penombra
ma il respiro
di colpo si ferma
ed il cuore si stringe
per quei tratti
a lungo già visti
“Allo specchio, negli anni più belli!”
Di ricordi allor
una coltre m’avvolge
“Oh, Giovinezza
che il sorriso ti porti
lasciami solo al ritorno
sereno, in questo mesto cammino”