sai, ho letto questa poesia molte volte. mi sembra molto chiara e al contempo molto sfuggente. ho la sensazione di una chiusura volontaria, come se ciò che resta tu lo preparassi per nasconderlo in una scatola. brandelli di carne e rose... chissà perché i petali di rose ricordano (a me personalmente) proprio la carne, sono un rivestimento quasi epidermico per consistenza. dopodiché c'è una sorta di rabbia per i giorni che sempre uguali non trovano definizione. e mi piace l'idea di cannibalizzarsi per mostrarsi. oppure semplicemente lanciarsi cosi come si è, come un tentativo quasi ugualmente suicida ma molto coraggioso invece, perché le nostre forme più profonde spesso non sono proprio belle.. la penultima strofa è bellissima... trovo tutte le intenzioni nascoste ed evidenti che devastano con morbidezza e violenza l'intimo. l'ultima immagine infine mi ricorda che anche io ho una fenice addosso, c'è tutto il dolore di un eterno loop di morte e di rinascita.
Ti ringrazio di questo commento così esaustivo.È più bello il tuo commento che la mia stessa poesia!!!!