PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 30/10/2017
che liturgica, arcaica e tiepida sensazione
aprire uno stipo di casa
e sentir quel vago
profumo
di caffè macinato
odore di spezie
acre odore di olio fresco.
dischiudere piano l’anta del mobiletto del bagno
e cogliere i miei dopo barba
i saponi
quel borotalco che ti ricorda l’infanzia.
l’acre esalazione delle medicine.
e, oltre la fragranza della biancheria appena conservata,
i deodoranti al legno di cedro della Virginia
che suscitano fantasie di viaggi lontani.
i buoni odori d’una cucina di casa!
quel caldo che si sprigiona da passati di verdure
ragout e legumi freschi!
passi in studio, davanti a foto di cari ormai trapassati,
e li rammenti con lacrime ingurgitate a fatica ancora oggi.
apprezzi il colore e l’olezzo dei fiori colti dal tuo balcone
solo per loro.
poi pensi che te ne andrai a breve.
e sai che nessuno ti porterà un fiore
su un essere addormentato
soprattutto da chi ti voleva morto da tempo e con piacere.
e il semplice fetore dei loro corpi
vili e traditori
in avvicinamento farisaico e interessato
ti darebbe fastidio.
anche da morto.
e, ora per allora,
ti sfiora solo un pensiero:
a presto, mia cari.
in un’altra vita
con vendetta, da me, non consumata ed eterna.
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che bella... estremamente commovente

il 30/10/2017 alle 16:11

Piacere di fare la tua conoscenza poetica. La titolatura del brano è già fortemente evocativa. Poi il viaggio sul tappeto magico olfattivo (il senso primario dei ricordi - Proust e le sue petites madeleines) e poi visivo e mnemonico che, attraverso un rito funerario reiterato, porta ad una vera discesa agli Inferi, amarissima considerazione della solitudine estrema e della sua venenosità. Fortemente sentita e apprezzata.

il 02/11/2017 alle 22:29

Vi ringrazio per la lettura e i graditi commenti. Er

il 03/11/2017 alle 09:55