Continua la profonda discesa della Poetessa nei meandri oscuri della Conoscenza...Il Pianeta sul quale una stragrande maggioranza di esseri “tecnicamente” umani si muove ormai senza costrutto pare arrendersi all’ evidenza del destino...anche il seme non si oppone più e si lascia morire...seguono poi evidenti metafore sia sulla vita naturale sia sulla vita dell’ uomo...tragica e devastante è l’ affermazione che ormai la bocca è diventata la tomba di un bacio...il balbettio di un verso che stenta ad aprirsi verso una libera espressione...e che dire del pennello che allegoricamente diventa cieco perché la mano dell’ artista non riesce più a trasportare sulla tela le emozioni dell’ anima...ormai l’ anima è fredda come l’ inverno che s’apparta sconfitto al riparo d’una caverna...fermiamoci e sediamoci...dal pozzo profondo di una coscienza irretita sembra giungere una delicata armonia di una ninna nanna d’ inverno…; un plauso alla Poetessa.
Una ninnananna proprio invernale. Si sprofonda come l'orso con parole mozze in un balbettio imponderabile di cose incompiute sempre più sprofondando…sprofondando…
ci sono molte influenze in questa poesia, devo ammettere che dopo averla scritta un senso di agitazione mi ha invaso letteralmente. ci sono storie di poeti e di tragico amore, ma fusi nel pianto naturale delle stagioni. ti ringrazio fabri perché la tua lettura è davvero bella, attenta, e leggi sempre benissimo tra le righe. un bacione
La sublime efficacia della sintesi, l'intensa brevità dell'esistenza, c'è il Tutto!