PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
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Pubblicata il 14/10/2017
In una scatoletta di sgombro
torna a farmi visita il tuo addio.

un sospiro freak rimescola
l'alito nel cuscino.
in mezzo ai peli del cane
si scosta
anche la tundra.

gioco a golf con pastiglie di Xanax.
nella nebbia
non servono specchi.
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eh sì, c'è un po' tutto e un po' qualcosa che non è propriamente mio. grazie rick, bacio

il 14/10/2017 alle 15:43

La Poetessa descrive la fine di un amore con un incipit straordinariamente legato in un momento in cui l’ inconscio è del tutto lontano a stati emozionali negativi...infatti c’è il presupposto che l’ apertura della scatoletta di sgombro sia la banale conseguenza di un atto fine a se stesso, cioè l’ assunzione di cibo rientrante in uno dei momenti del tutto comuni alla vita di relazione degli individui...dall’ oscuro pozzo dove vengono immagazzinati i pensieri, però, prepotente e non voluto dopo l’ apertura della scatoletta alla Poetessa appare la visione di un addio, sicuramente da ascrivere ad una spiacevole esperienza antecedente… Sorvoliamo sulla scenografia onirica causata dalla inaspettata comparsa dell’addio perché lo stato confusionale difficilmente può essere contenuto in certi momenti...possiamo solo apprezzarne le fantastiche metafore che descrivono momenti di vita conosciute solo dagli attori protagonisti della Commedia… Drammatica la sequenza finale perché viene cercata una pace interiore con l’ ausilio di agenti “meccanici” che hanno il potere di interferire con la coscienza naturale...il risultato però è la tremenda convinzione di essere precipitati in una regione dove la nebbia cancella i contorni delle cose e dove non servono gli specchi perché anche il volto è avvolto dalla nebbia e in essa è perduta l’identità… Forse la salvezza potrà derivare dalle involontarie contrazioni muscolari che la musica, nonostante tutto, ha il potere di provocare sul già dibattuto inconscio dell’ animo umano...forse dal freddo polo di un jazz per amanti assoluti di note metafisiche si scivola sulle sonanti e allegre note di un caldo polo di un jazz che, sono sicuro, spazzerà via le brume dai pensieri della Poetessa...

il 14/10/2017 alle 16:50
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Bellissima analisi rom, devo ammettere che non è proprio legata a me, ovvero nasce dal suono sgombro/sgombero che non so come mi è balenato in mente stamattina... e da lì tutta la poesia. Bellissima anche la visione della nebbia da te descritta così bene.. sempre commenti appropriati, come direbbe qualcuno :) grazie grazie grazie un bacione

il 14/10/2017 alle 17:13

Hanno già detto tutto Rom e Ric...certo che un addio che salta fuori da una scatoletta mi piace molto,credo che gli addii balenino in mente così...e tu hai reso realmente l'idea della loro comparsa a sorpresa....ciao Reb :)

il 14/10/2017 alle 17:31
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Grazie saby :)

il 14/10/2017 alle 19:18

fantastica e anche se creazione libera, molto toccante e originale!

il 14/10/2017 alle 19:24
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Grazie Ale!

il 14/10/2017 alle 19:51
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Eh, solo una immagine che ha trascinato le altre eheh comunque grazie fabri.. Un bacino

il 14/10/2017 alle 19:53
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Grazie ph!!

il 14/10/2017 alle 19:53

bella perchè lasci intravedere un quotidiano triste che però non vince, perchè le parole aprono come un apriscatole le frasi brava reb

il 14/10/2017 alle 23:09
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Grazie art, le visioni sulla base del vero. Ciao!

il 14/10/2017 alle 23:47

Deducendo dai botta e risposta degli analizzatori che mi hanno preceduto. E' veramente notevole come le parole nascono da parole in un trascinamento che poi dà senso a un qualcosa di inaspettato. Un vero flusso che scopre il suo supporto non prima ma dopo. E' solo un gioco di rimandi che generano però immagini interessanti. In sostanza un vero gioco di specchi deformanti. Molto seducente. La valentia consiste nel legare le voci del flusso. E quindi, complimenti.

il 17/10/2017 alle 18:03

Sei bellissima, carezza.

il 20/10/2017 alle 19:31
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Grazie ragazzi :)

il 22/10/2017 alle 21:53

piaciuta :-)

il 03/10/2018 alle 17:35