Dentro di me le vostre parole
sono stagioni di vento e pioggia
folgorate all'improvviso dalla luce,
un sole bruciante che secca le labbra
sono poi le stesse, il ritorno della neve
quel gelo che penetra gli abiti pesanti,
che arriva alle ossa come fossero nude,
ed io sento il dolore cui avete dato verbo
il male sottile, la malinconia dei vostri giorni,
il sacro fuoco sciolto nell'inchiostro,
il dono e la condanna del troppo sentire,
gli eccessi dell''amore e dell''odio
perchè io vi assomiglio in qualcosa,
certo più nella maledizione che nella poesia
o. è questo il dubbio, forse le due cose
hanno una radice comune?
non è forse dannato il cuore di chi,
esposto perennemente alle intemperie.
è bagnato dalle tempeste continue della vita
e deve farne alfabeto su un foglio per resistervi?
l'eco dei vostri nomi sigilla una chiusa,
l'eco del mio il completo nulla....
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