...Il cerchio di una tazzina diventa l’ epicentro che ti proietta nel torbido mistero della vita, ogni giorno...evidentemente quel trampolino è la tazzina di caffè...liquido nero che metaforicamente viene paragonato al sapore del ragno, animale perfetto che ha passato tutte le evoluzioni dai primordi e continua imperterrito la sua discesa nei meandri misteriosi del suo mondo...d’altronde se dobbiamo meritare la salvezza l’ ossigeno puro ci dona una violenta sferzata che ci dà l’ opportunità di pagarla, la salvezza, ma duri e cocciuti quasi come senz’anima guidati inconsciamente dagli occhi del ragno micidiali e mortali ne facciamo uso, di quel veleno, quasi come un raggio laser… ...Le disconnessioni emotive fugaci ed armoniche come la Quinta di Beethoven, potrebbero servire...forse per la fuga...
rom, quando organizzi quella famosa fuga fammi un fischio.. bellissima analisi la tua, come sempre. ti abbraccio
esattamente come dici, Fabri, inoltre il trampolino quindi l'immagine del salto, viene soffocato dallo spazio ridotto. accentuando un clima di trappola. con l'immagine del ragno. la citazione, ritrovata dal 2007, è la poesia vera e propria. e ahimè non è mia. la nostra fuga già la sappiamo, invece :) baci
A proposito di tazzine e caffè....e quel trampolinno che bel salto... e poi la citazione è bellissima...sempre forte ;))
Mi hai fatto venire voglia di fare colazione anche se sto scrivendo questo commento all’una di notte.Sempre belle e ermetiche le tue poesie.io per capirla o almeno sforzarmi di farlo impiegherò ancora una decina di letture....a proposito di ermetismo quasimodo in confronto era un dilettante
ahah grazie ma troppo gentile, mirko. in compenso eravamo in due svegli all'1 di notte.. altro che caffè. grazie ancora, ciao