lacrima, dolore liquefatto,
dolore che coagula sul volto
come rovo che ti strappa le carni.
dolore, assenzio che si deve ingoiare.
sulle labbra tumefatte
si depone tuo malgrado
come nebbia impalpabile.
non ti puoi leccare le ferite,
non c’è conforto,
non c’è mano samaritana
che si tende per tergerti le lacrime,
quelle amare, che ti lasciano solchi
sul viso, che ti segnano come lama d’aratro.
ma ricordati, c’è sempre una speranza
riposta nelle stive dell’anima tua,
che ti fa credere e sperare
che tu possa ritornare a vivere,
a sorridere, ad amare, a sognare
debellando tutte le lacrime,
le passate, le presenti, le future,
perché hai dentro di te la quercia della vita.
quell’albero secolare che s’inargenta,
che si espande, s’ingigantisce,
generando in te il prodigio della Poesia.
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