...Un ritorno graditissimo...quel sciame di parole mi ha accarezzato la pelle...Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire...; un abbraccio.
Sono uno degli ultimi arrivi ed la prima poesia che leggo. E così ragiono sulla tua poesia. Considerazioni esposte in modo molto musicale dalla penombra di una prospettiva alquanto dolorosa che anche la chiusura del componimento, perdendo quella cadenza armoniosa, ribadisce con maggiore intensità. Pertinente anche la mancanza dell'interpunzione che rende il verso canto orale, quasi una nenia del dolersi che mi auguro sia di natura squisitamente filosofica e non personale.
Sei uno degli ultimi iscritti... ti do il mio benvenuto. E grazie per la tua attenta lettura... mi piace l'dea di oralità che hai associato all'assenza di punteggiatura, che a volte trovo davvero superflua. E perciò inutile, almeno in questa mia. Quanto al contenuto, tutto ciò che scrivo muove dal personale, da un momento... che poi magari diventa qualcos'altro... una sorta di mutazione in atto. Ed io per prima a stupirmene.
Molto spesso tutto muove dal personale, l'idea suggerita da qualsiasi cosa è un dato personale. 'Madame Bovary c'est moi' commentò Flaubert, a quanto riportano. Dal mio punto di vista è l'elaborazione che rende un costrutto poetico meritevole di tale classificazione. E ritengo che l'osservarne la mutazione e seguirne il processo sia piacevole e fondante nella sua formazione. Anche, o forse meglio, se questa avviene sotto una spinta sconosciuta, irrazionale ma che sicuramente ha radici in qualcuno dei nostri strati interiori. Scusa la saccenteria e buon cammino sul sentiero delle parole e dello stupore.