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Pubblicata il 05/06/2017
Era lì.
e questo era paradossale, il destino aveva voluto vederli entrambi lì in quel momento: tutti i passi della loro vita li avevano portati lì. Era difficile da spiegare, ma tutti i passi della loro vita li avevano portati a trovarsi insieme proprio in quel momento. Lei lo guardava fisso negli occhi, gli occhi chiari di lui sembravano spauriti, intimiditi ma era difficile comprendere: erano emozioni a metà. Il cuore di Anna batteva a più non posso quasi desiderasse l’infinito di quel momento, perché è questo che fanno i cuori veri, quelli delle persone autentiche, desiderano e trovano l’infinito, e quando lo hanno davanti muoiono e vivono: muoiono per l’impossibilità di averlo, vivono per il desiderio di andargli incontro, il bisogno di ogni cuore trainava l’esistenza di ognuno in quei reparti in cui le luci al neon rendevano ancora più squallidi i colori neutri di un arredamento assente e i vestiti dei medici coperti dai camici bianchi.
lo sguardo di lui era diventato penetrante, pochi secondi ancora e nulla sarebbe stato più come prima, sembrava dovesse accadere qualcosa di improvviso e inaspettato ma tutto taceva.
all’improvviso il suono sordo di un allarme, un macchinario stava segnalando un’anomalia:
“Stanza 7!” Gridò la Dottoressa Bozza correndo, Leonardo e Anna corsero a vedere cosa stesse accadendo
“Eparina! Svelti!” La Bozza impartiva ordini, gran persona quella Dottoressa, aveva gli occhi di chi ha sofferto molto e il sorriso di chi ha superato ogni cosa affrontandola, aveva parole gentili e, al contrario di molti altri medici, aiutava i tirocinanti. Una bella donna, il suo volto era invecchiato a causa della fatica e del sacrificio, ma la sua anima era rimasta giovane
“Defibrillatore! Carica a 200!”
il rumore forte del defibrillatore rimbombò in tutto il reparto: un fischio monotono ad indicare la presenza di corrente fra le piastre
“Carica a 300!”
“Dottoressa, asistolia…” Sentenziò l’infermiera che le stava accanto con voce sommessa.
“Ora del decesso: 7:45.”
la Bozza uscì dalla stanza mentre le linee rette dei macchinari sovrastavano qualsiasi silenzio.
anna seguì la Dottoressa senza capire se lo faceva per il bellissimo rapporto che aveva con lei oppure per allontanarsi da Leonardo.
“Mi dispiace dottoressa”
“Ne perdiamo molti ogni giorno”
“Ma aveva solo 34 anni”
“Non è questo il punto Anna. Noi non possiamo nulla contro la natura delle cose, tutto accade per una ragione e non siamo noi a poter sovvertire l’ordine costituito, non noi diamo la vita o la morte, il fatto di indossare un camice non ci rende Dio, noi siamo i suoi servi come ognuno su questa terra, niente ci è dato e nulla ci è tolto.”
“Sicuramente qualcuno piangerà per lui”
“E ti sembra una cattiva notizia?” Disse la Dottoressa con voce autorevole “è ciò che ognuno dovrebbe desiderare per sé: qualcuno che pianga la nostra assenza qualora non ci fossimo. Credi forse di star certa tu?”
“Come scusi?”
“Credi di stare certamente qui? È nella natura delle cose la possibilità di perdere la vita in qualsiasi momento, saresti pronta a perderla oggi? Hai preparato ogni cosa o stai rimandando credendo di avere tempo?”
“Io…”
“Cominciamo il giro visite” la interruppe la Dottoressa.
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Piaciuta

il 05/06/2017 alle 17:51

Gradevole prosecuzione

il 05/06/2017 alle 22:09

:)

il 06/06/2017 alle 13:35

Sei bravo nella scrittura, complimenti! Continua la tua strada. Avrai successo! Dora

il 10/06/2017 alle 15:00

Grazie Dora! Allora continuiamo questo esperimento e vediamo!

il 10/06/2017 alle 20:54