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Pubblicata il 10/05/2017
Possiate genti, frugar nel disagio di incontenuta speranza, e fenderne in voce il giusto rimpianto ove scorgerne plausibile perdono , in mostrata e sortita presenza , quiete sussurro.
udir congiunto ristoro, in spirito di umana presenza nulla doler ad immeritata bonta' e volta al pernicioso declino, mitigar tempra nel cui abbandon rinfrancar sopita gaiezza la cui lode ornar elettive affinita' sino al risvegliato crepuscolo.
il di' carezzar mente e vagar nell'infinito il cui delirio osar lenito amor la cui voce spirar nell'attesa di pronunziato t'amo e null'altro.
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