PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 30/04/2017
È l’alba
ho messo in moto e acceso la radio
tu ti sei passata la mano destra fra i capelli
stiamo andando in un posto che non conosciamo
dove nessuno ci aspetta
speriamo che il motore ci assista. Dico
tu hai raccolto un pezzo di carta.
cosa conti di scrivere?
lord Bayron raccontava di mari, di onde a morire sugli scogli
neruda di corpi intrecciati e sepolti
garcia Lorca di farfalle e toreri mentre Saba invecchiava tristemente.
tu scriverai di orrende lingue d’asfalto in mezzo
a montagne innevate, sorvolate da falchi migratori,
di passeri in volo verso terre desolate.
dovresti scrivere dell’amore ma tu mi guardi e dici.
quello invertebrato nascosto in camere d’albergo?
quello eterno sospeso in cieli irraggiungibili?
È una poesia che non verrà mai scritta
altre ne verranno, di quelle che durano tutto il tempo
e dentro ci puoi trovare
la bambina uccisa in una sera d’autunno
un improbabile racconto di Landolfi
il matrimonio felice di una coppia disperata
quel mare di passaggio in un quartiere dimenticato.
la radio manda canzoni ed io ci canto sopra
interrompo, stono, ricomincio, tu scrivi tutto da capo
non ti piace nulla
né il tema, né la punteggiatura, neppure il soggetto
la nave che salpa e nemmeno
la speranza cristiana.
questa Chevrolet rossa che sembra resistere ad ogni
cambio di clima, ad ogni colpo di tosse,
pronta ad attraversare qualsiasi latitudine
ad accogliere parole che tu non hai ancora pronunciato
è una vita appena arrivata, la vita che vorremmo
di noi due verso qualcosa
senza un orizzonte preciso da vedere, toccare
prima che il mondo
c’inghiotta, ci bruci
e sparga le nostre ceneri in paesaggio
devastati dall'oblio.
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