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Pubblicata il 11/01/2003
La cosa che mi diede assai stupore
fu 'l fatto ch'egli già venne in passato
a veder questo loco di dolore;
ad alta voce a ciò mi son domandato:
"Perch'ei prova sì tanta maraviglia
se questo inferno ha già visitato?"
Virgilio sentendomi alzò le ciglia
e s'accostò al mio grosso pentolone:
"Perchè tanta curiosità ti piglia?"
mi chiese provocandomi emozione.
"Tu che già fosti 'l maestro del mio maestro
da te aver vorrei questa spiegazione:
Colui che sta laggiù, cantò col suo estro
il viaggio che con te intraprese quaggiù,
partiti da quel loco sì silvestro;
di questo regno tutto vide e anche più.
Perch'or ritorna tra l'alme dannate
ch'ei sta tra 'l regno di giù e 'l regno di su?
Perché l'antiche strade ha già scordate?"
domandai io a lui come fa l'infante
ch'assai fattezze vol presto spiegate.
Rispuosemi: "Tu sappi che quel Dante
che tra i libri studiasti e conoscesti
arrivò al regno che sta qui antistante,
purificando le sue antiche vesti,
scordando ciò che sta dopo lo Stige
e cancellò i ricordi rii ed onesti
come la legge vol che qui già vige,
dimenticando sì l'antico viaggio
e d'esto regno la qualunque effige".
"Se tu potessi farmi tal omaggio
di chiederli se qui volesse venir
visto ch'io non possiedo tal coraggio!
Ma prima dimmi, sì ch'io possa capir,
lo scopo per cui fin qua siete giunti
e chi fu ch'a voi diede ordine a partir".
"Vedo che tu vuoi luce su assai punti"
sì rispuose ei che stava a me di fronte
"per ciò ti chiarirò i tuoi dubbi aggiunti.
Io stavvi al loco dopo l'Acheronte
tra Ovidio, Orazio, Omero et poi Lucano
parlando ognuno delle sue racconte,
quando sentii qualcuno parlar piano
ch'avea la voce dolce et melodiosa
ch'al suo sentir tremommi questa mano.
Scorsi una luce sì maravigliosa
che d'altre cose mi volse la vista
dalla quale poi uscì una vox gioiosa
che disse: "Tu che già intendi la pista
per mio disio, va al decimo girone
e porta qui da me quell'alma trista
che provò per me sì tanta umiliazione
tanto astio, tant'affetto e tanto amore
che poco mancò che perse ragione.
Accetta, o sommo, questo mio favore
fa che giunga qui da me al paradiso
così che possa goder del mio amore
e possa rincontrare 'l suo bel viso
ch'io da viva sdegnai tanto e pur troppo
cosicchè in lui nascer veda un sorriso.
Con la sapienza tua evita ogni intoppo
digli che chi lo chiama è la sua amata
che 'l permesso ebbe sanz'alcun schioppo
da qualsiasi alma che qui è assai beata
che vide che'l suo amor fu sì profondo
ch'attende che qui sia presto portata.
In vita lui fu sì tanto giocondo
ma non vidi che l'almo suo era assai bello
che col rifiuto lo portai giù nel fondo;
trapassa Dite e 'l suo brutto castello
e quando finalmente giugnerai lì
grida sì Nicolò e poi urla Cappello".
"Se son io quel che tu stai cercando qui
ciò vol dire ch'i adesso passo a vita
nova perché lassù voglion'or così;
Angèl, che dasti piaga all' infinita,
che cangiasti in un incubo 'l mio sogno
per cui ogni speme fu presto aborrita,
Finalmente anche tu trovi 'l bisogno
di goder del mio amor in sua bellezza
ch'or voi che lasci questo posto rogno.
S'è cancellata in me ogn'aspra amarezza,
già è terminato 'l flusso delle lacrime,
potrò goder per sempre la dolcezza
dell'amor ch'unirà sì le nostre anime;
gioiranno le virtù coi serafini,
la nostra mente non sarà più esanime,
l'amor puro sarà come i bambini.
Aspetta amor ch'attraversi l'inferno
così saremo di nuovo vicini".
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...emulare Dante non dev'essere un'impresa facile... tu però ci riesci con una maestria da corona d'alloro...
Sarò sincero! Non ho letto tutta la poesia perchè quelle che si dilungano troppo purtroppo non sono al centro delle mie attenzioni e non seguono i miei canoni poetici... però per la decina di versi che ho letto qua e la, non ho parole e sono sicuro che sarebbe così anche per tutti gli altri...
Purtroppo questo stile non è molto gradito ai contemporanei... ma se riuscirai a trattare di argomenti vicini alla sensibilità delle persone della società odierna inserendo tra i tuoi esemplari endecasillabi un lessico più diretto... beh...
...la mia stima per te crescerà a dismisura...
mi piacerebbe che tu prendessi in considerazione l'idea di utilizzare anche il settenario (vedi Leopardi)... non te ne pentirai...
Se hai tempo dai un'occhiata ai miei sonetti e a La Rosa Maledetta...
...continua così...
...Leo

il 11/01/2003 alle 20:07

concordo con leo ti sei scelto una sfida d'avvero ardua, ma per quanto ne possa capire io di metrica te la stai cavando egreggiamente. sarebbe bello interpellare lo stesso dante per vedere cosa dice, ma chilo sa che continuando questa tua aventura non lo incontrerai in giro con la sua Beatrice.
rispondimi un attimo, ho visto che hai iniziato da un punto un po' nel cammino dantesco, hai intenzione di seguirlo tutto o e solo un'avventura nell'inferno?
comunque ammiro veramente il tuo modo di scrivere, in alcuni versi sembravano veramente le stesse parole e lo stesso linguaggio della divina commedia, ho iniziato anch'io da tempo un "canto in endecasillabi, che spero di riuscire a finire e di metterlo qui sopra, ma non me la sono sentito di usare la terzina dantesca e neanche un linguaggio cosi difficile.
comunque nel caso tu decidessi di continuare con l'opera buona fortuna

il 12/01/2003 alle 23:13

come hai detto tu è difficile usare la metrica Dante, visto che lui è il sommo vate, comunque non so se ci sarà un seguito a questa vicenda, o già delle idee ma ci vuole tempo, comunque sono contento che sia piaciuta.

il 13/01/2003 alle 16:34