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Pubblicata il 10/01/2003
Mentr'io stavvi a cocèr tra i ceppi accesi,
u' l'anime ardon per il contrappasso,
ché colpa nostra fu d'esser sorpresi
da Cupìs, che scagliò 'l dardo sì basso
da bruciar già da vivi per passione,
vidi qualcuno mover terra e sasso.
Assai stupore dette la visione
che quasi scordai la mia pena inflitta,
tant'ero rosso per quella occasione.
Ma come fu a sorpresa la sagitta,
ancor di più lo fu la sua venuta,
colui ch'uscì dalla selva oscura e fitta.
Anch'ello sì sorpreso guarda e scruta
quel loco di dolore, grida e pianti
che per ognuna si ferma e saluta
chiedendo di qual donna eran amanti,
qual fu l'angelo che ci ebbe a ribrezzo
e che per lui sonammo lodi e canti.
Sembra dolersi per l'amaro prezzo
che l'Amor ci dà da scontar adesso
e gli fa sdegno pur l'odor di lezzo.
"Maestro, tu che sai e che rispondi spesso"
diss'ei allor a quel spirto d'era antica
che per lui ebbe a visione 'l sacro messo,
"Amar gli opposti porta assai fatica
da quando vivi s'è già stati allora,
or neppure la morte è stata amica
a quest'alme a cui ancor la speme affiora
di giugner presto nei cieli alti e beati
e ch'attendon ch'arrivi la propri'ora:
Dimmi, perché vengon lor qui torturati?
Perché 'l lor amor li portò a esta pena?
Non volevan sol lor essere amati?"
E 'l duca colmo di sapienza piena
rispose lesto con voce commossa:
"Il motivo per cui assisti a tal scena
ti dissi pria, col perché viene percossa".
Il duca che già venne in esto loco
guidava 'l vate con l'uso di mossa.
Ei ch'era paventato in ver non poco
stavvi retro alla guida a lui prescelta
e parlava con tono molto roco.
Virgilio andava con lena non svelta,
tant'era solito odir l'urla dannate
conoscendo già la pena a lor scelta,
col passo piano andava 'l sommo vate
aspettando risposte alle domande
ch'al maestro aveva prima formulate.
Così uniti andavan tra quelle lande,
ed io che da tempo non vedea mortale
seguia cogli occhi la ragione grande
u' vedea l'allor su gemme d'opale
e tra le mani 'l fato del grand'Enea
che fu sovrano nel bene e nel male.
Con tunica scarlatta Dante vedea
anch'ello cinto in testa dall'allore
stemma di gran virtù ch'ei in vita possedea.
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l'ho letta ed é sempre bella.
ma Dante che ha detto?????????????????????
ciao.antonio.

il 10/01/2003 alle 20:54

Versi, parole e idee in liberta assoluta.
Solo la rima è, talvolta, rispettata.
Cos'è?
N.

il 10/01/2003 alle 21:03

...libertà.
Lapsu computeris, ovviamente.
N.

il 10/01/2003 alle 21:04