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Pubblicata il 09/03/2017
Quell'abitudine di giorni
e il non chiamarsi nuovi a nulla.

abbarbicarsi ad un'ora qualsiasi,
mentre si rinserra l'inquietudine
in disadorni pensieri.

e un torpore lento preme,
prevarica in confusa orgia
di disancorate parole.

macerano logore tristezze,
inerzia sale guastando l'attesa.

dialogano irragionate fughe,
ma si rimane immobili,
avidi di tempo.
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Brava

il 09/03/2017 alle 13:30

Versi malinconici e tristi come solo la noia può far nascere...comunque bella..ciao

il 09/03/2017 alle 14:45

Bella e vera , ciao

il 10/03/2017 alle 17:41