PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/03/2017
lontano,
come la falce di Luna che ci ha slegato,
passeggio affianco a te.

abolizione della coscienza, come del dolore.

anestesia immorale,
quella della ragione,
che rigetta il suo dolore,
come il mare, a riva la sua spuma ,
e si perde in una spiaggia invernale.

rabbrividisci a piedi nudi
sulla sabbia ed io ti sfioro,
senza scaldarti appena,
come dita di un altro,
non c'è contatto,
solo freddo.

anestesia di sensi,
di parole, di sguardi
che mi allontana il pensiero che ho di te.

mi lascio a un desiderio reciso,
sopito,
nella normalità di sempre
per non sentire niente.
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Splendidamente emozionante e sensoriale. Proprio come l'etimologia del termine anestesia (aisthanomai, "non sento"). Gioco retorico decisamente romantico e riuscito!

il 07/03/2017 alle 11:37

Grazie

il 07/03/2017 alle 22:49

bravo :-)

il 08/03/2017 alle 09:21

Ne scrissi una simile, credo di conoscere quella voglia di anestetizzare....ma credo che poi , al risveglio, tra virgolette, ci si senta peggio.....Comunque bella. :)

il 10/03/2017 alle 00:42