Fugaci transiti,
corpi interposti ad occultare l'oltre:
piccoleclissi.
riemergere subitanea su buchi neri d'incuria
in bilico sui bordi.
bastasse la voce,
quando, su una grammatica interrotta,
la parola non sa posarsi,
quando il verbo non sa chiamare a sè.
piovessero, goccia a goccia, litanie d'acqua
vedrei uno specchio di spaesamento
sul fondo atavico di cementate sfiducie
o, forse, l'occhio di un dio traghettarmi in tenerezza.
posso solo allungare le braccia
a tradurre un bisogno
per le mani che mancano all'amore.
fugaci transiti,
poterli chiamare per nome,
un nome qualunque per farli voltare.
prima che la vita si volti e mi lasci sul bordo
senza lessico,
come cane abbandonato sul ciglio
che non sa guaire neppure alla sua pena.