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fax
Pubblicata il 26/01/2017
Sono un peccatore,
ma piango innocente e sperduto.
con occhi bagnati di dolente stupore,
lascio scie di imprecazioni senza appello.
pugni al cielo e parole strozzate,
accattivanti sorrisi e mai sopite tentazioni,
ancora ardenti sotto cenere di mediocrità.
con orgoglio sfoggio il coraggio della paura,
vigliacco, mastico la paura di ogni riflesso..
onde di gravità,
concentrici squilibri,
dipartono dal centro.
dove tutto precipita,
dove luce non svela,
posso credermi universo
o puro, impertinente nulla..
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Bella poesia, Fax! Bravo!

il 26/01/2017 alle 10:14
fax

Grazie! Caro Sir Morris, mi ha ispirato questa poesia il non sapere, a 46 anni, che tipo di persona sono..Delle volte mi sembra di essere genuino e dolente, altre volte mi nascondo dietro maschere buoniste, anche moraliste, coltivando paura e cinismo, Come una matrioska, una sopra l'altra si alternano figure solo in apparenza simili, in realtà profondamente diverse. E' più mi avvicino al cuore dell'insieme più si fa piccolo, confuso e sperduto il mio essere. Forse la mia esistenza è una figura d'interferenza, una sovrapposizione di onde generate dalla profonda consistenza di un buco nero. Cosa ci sia in fondo, bhe, questo è il gran mistero!! Un abbraccio FABRIZIO

il 26/01/2017 alle 20:24

Infatti, caro Fabrizio, è proprio quello che ho dedotto attraverso i versi della tua poesia! L'importante è non eccedere in nessuna di codeste caratteristiche, sia positive che negative! Non credere che gli altri siano diversi da te, probabilmente sono peggiori! Non vi è alcun mistero, stai solo sereno! Abbraccio ricambiato!

il 26/01/2017 alle 23:51