Sulla pelle ,del tempo sento il graffio,
sul mio cuore ferito a morte
spicca come un precoce epitaffio
al dolore, si sa soccombe anche il più forte
non è più il momento del silenzio
in questa notte crudele
da bere piano come assenzio
misto a gocce di fiele
voglio danzare nella cieca frenesia
ubriacando la mia povera mente
in un giro di euforica follia
nel mio inferno latente
in questa dannata bolgia
non si ferma la giostra
si consuma dei pensieri l'orgia
ma una maschera il mio volto non mostra
sfilano nudi e maledetti tutti quanti
selvaggi,,virili, torbidi
i miei demoni urlanti
terribili eppure assurdamente splendidi
è forse il ritrovarsi la vera dannazione
non la perdizione