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Pubblicata il 08/01/2017
Il passo non cede, prosegue
solo gli occhi stanchi di vedere si son fermati;
dimorano nella sala indifferente
li restano libri mai letti e mai toccati
li restano gli occhi affaticati.

L'occhio vitreo del mondo
ha una soglia d'attenzione lucida.
Precario tuttavia è il soggetto; il vento e la sabbia
spirano ogni tanto e cambiano posa,
mutando natura. È cecità.

L'inverno non ha cosegnato doni.
Ha appreso dall'estate gettando tutto alle ortiche
un pizzicore soave sulla pelle i freddi baci
fanno crepare le labbra
inumidiscono lo sguardo. Cecità.

Adesso passo senza soffermarmi
è una bugia dire che non vedo.
L'evoluzione implica una perdita necessaria
allora l'oscurità danza fino alla luce.
- Ho scelto di non vedere - dice un passo.

.A.G.
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« Fra i ciechi c'era una donna che dava l'impressione di trovarsi contemporaneamente dappertutto, aiutando a caricare, comportandosi come se guidasse gli uomini, cosa evidentemente impossibile per una cieca, e più di una volta, o per caso o di proposito, si girò verso l'ala dei contagiati ». (Cecità - Josè Saramago)

il 08/01/2017 alle 22:04

Sai caro Romeo mi sa che debbo recuperare quel testo, Saramago devo davvero recuperarlo. Grazie come sempre, un abbraccio

il 21/01/2017 alle 22:58

Lo stesso per me fabio, ben tornato

il 21/01/2017 alle 22:59