Ora che ho smesso di cercarti,
ti ho trovato, in un languido crepuscolo,
nel tempo sospeso di una stazione,
tra i suoi binari morti.
eri ancorata nel vento,
naufraga di abissi e solitudini,
ubriaca di amori trasversali
e di frantumati stupori.
mi hai trovato anche tu.
scampato all'insonne arsura
di bufere di sabbia
e ad impervi calvari.
mi nascondevo
dietro i sorrisi di bambini mai nati,
nei contrappunti di speranze vagabonde,
nelle pieghe di una danza di fremiti di pelle.
quelle stagioni che non abbiamo vissuto,
quelle morti temporanee che abbiamo schivato,
hanno il volto trasfigurato di te e di me:
gli occhi annegati negli occhi
come fiaba lieve d’altri tempi,
candido riverbero d’organza.
siamo qui, nel tempo sospeso di una stazione,
fra i morti binari, ubriachi e sovrapposti,
con le braccia che danzano intrecciate
e con i petali di gialli tulipani tra le dita.
profuma l'atmosfera d'ambra e di schiuma,
e illumina la penombra d'intensi bagliori,
a detergere i corpi da vertigini ignote,
a intagliare parole e simultanei deliri.
ora che ho smesso di cercarti
ci siamo di nuovo ritrovati:
gli stessi di una spietata tenerezza
nell'insondabile direzione della storia.
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