"dalle canne del fucile
voglio bere a raganella,
dalle canne del fucile
voglio bere a voluttà
non so se ti sembra vile
spappolarmi le cervella,
non so se ti sembra vile
ma qualcuno lo farà"
...
come Mevlüt Mert Altıntaş
scritto da nessun media italiano coi segni diacritici,
anagrammato da certi analfabeti in 'Atlantis'
(giuro, sentito alla radio locale, stamattina)
la persona più azzimata dai giorni di John Lurie
che pedinava per strada James Chance prendendo appunti
su come azzimarsi
con quel gesto disco che neanche Tony Manero,
tutto teso e tagliente e sofferto e infame e nero,
con quel taglio disco nella fibra del giorno
a scindere in due l'aria,
il russo morto ai suoi piedi, già uscito
dall'occhio della storia,
lui eterno e imbattibile e perfetto
fossi stato appena un po' frocio
me lo sarei innamorato tutto
e invece sto a liquefarmi di desiderio
per due cose, la canna voluttuosa
d'un fucile, da limonarmi a sangue
e poi questa visione
che una notte ha allunato sul mio petto,
praticamente A. seduta sopra la mia faccia
con addosso le mutandine di seta,
che sussurra le stanze sonore
d'un poema d'epica inquieta,
e B. seduta sopra il mio bacino
che si dimena, cinica menade,
mentre calano le bombe su Berlino...
"dalle canne del fucile
voglio bere a raganella,
dalle canne del fucile
voglio bere a voluttà
non so se ti sembra vile
spappolarmi le cervella,
non so se ti sembra vile
ma qualcuno lo farà"