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Pubblicata il 31/10/2016
Il soprannome Pelliccia a testimoniare
lo scuoio d'ogni vita precaria
e farne mostra di vanto e prestigio

mi sfrattò a dicembre
con il freddo che accartocciava il dolore
e la neve pareva una tovaglia per mosche
ora qui giace col suo volto severo
cotto su una lapide pacchiana

qui nel paese dei silenzi sanzionati dal tempo
ove unica replica sfocata lente al ricordo,
ognuno che passa volge al cielo lo sguardo
fa mirini l'indice e il mignolo e poi l'accosta
al basso ventre a mimare un soppeso

sul marmo fiori di plastica
dal neutro colore in rifiuto
a rappresentare nessuna stagione
tanto meno il candore
delle piume degli angeli

a poca distanza un cipresso
dai cui rami cadono escrementi d'uccelli
che sembrano scrolli di pennelli
su marmorea tela di Van Gogh in delirio

la morte, unico incorruttibile Giudice
capace di condannare indebiti appropri
e virtualmente restituirli all'esempio
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da:Vetriolo
www.santhers
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