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Pubblicata il 06/10/2016
Il bello dell'amore
sei tu che vieni dall'altrove
con uno stile immaginato
in ombre di vetrine truccate
l'anima a mille che parte per l'avvenire
e resta nel silenzio
dell'arte e della noia
con la macchia rossa intorno alla ferita
che inquieta il dolore
che risveglia i rimorsi
che abbandona i peccati
e dice ti amo ad ogni cosa
e dice aspettami quando non c'è
più niente da fare
ti rivedo felice dove non sei
tra le mie braccia in fondo al mare
arpionate dal tuo cuore coraggioso
a risalire la marea in una notte feconda
sembri essere
un oceano di barche e solitudine
a volte resti
a volte piangi
a volte gridi
spieghi le tue vele verso mondi inverosimili
inventi parole che scrivo ogni giorno
prima di cadere
prima di sognare
prima di addormentarmi e morire
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Canzone di un addio, questa brassens, che quell'addio non vuole eppure è insito in quel dolore, in quel rimorso, in quel peccato. Come Faber dice in un suo verso "meglio lasciarci che non esserci mai incontrati" , ma forse questo non basta per rassegnarsi..Versi di un struggenti eppure vergati con una leggerezza consapevole...

il 07/10/2016 alle 06:39

E' un "addio" metafisico, allegorico. Fintamente reale che comunque attraversa le tue sensazioni qui scritte. Grazie come sempre Zordoz

il 10/10/2016 alle 17:10