PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 03/10/2016
Io sono l’albero
che dal suolo arido
scava la terra
fino all’inverno,
vedo,
dove non si può vedere,
oltre
le fantasie terrene;
e sono un fiume
che resta fermo
fino alla nuova piena
e poi trabocca
dando alimento e pace,
ma anche distruzione.
sono la stessa terra
che si calpesta
e scosse di fermento
per la mia giovinezza,
sento ogni ballata
del sole alla luna,
e non posso quasi mai
vederli assieme.
io sono il fuoco
che ogni volta
sveglia l’uomo
dal lungo sonno,
il tatto e punizione,
solo un accenno
all’esplosione:
solo quando crepito
posso sentire l’aria
la mia sposa.
io sono un uomo,
aria che prende materia,
terra avvinta dall’acqua,
fuoco di Sole
e ghiaccio di luna,
in uno stesso
corpo decadente.
ora non vedo
che me stesso,
non sento che le mia voce,
posso toccare
soltanto la nebbia.
dove sono tutti gli elementi?
dove sono i miei pensieri?
l’anima del cervo reale
gli ha inghiottiti,
ha preso il sopravvento,
il canto trasognato di Bacco.
non ho più nulla.
sulla pelle,
sulla guancia
sola,
senza una meta,
si posa una farfalla
dalle ali
di piombo.
  • Attualmente 4/5 meriti.
4,0/5 meriti (1 voti)