PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 02/09/2016
me la tiro che sono di Sirolo, cresciuto all’ombra del Conero
e per quanto abbia molto amato alcune ragazze d’Ancona
fra le creature più sexy mai conosciute, vere dee marine,
e per quanto non sottoscriva un cazzo del proverbio sul marchigiano alla porta
inventato da romani pigri e cialtroni cui rugava il culo pagare le tasse
tuttavia come sapete la mia marchigianità è un costrutto provocatorio
and I can take it or leave it each time.
e le mie appartenenze regionali, I can pick them at will from the heads on my shelf:
questa mensola, questo scaffale splendido, col bel numero di venti nazioni
e oggi ho deciso d’essere emiliano. ma la prossima testa
che indosserò sul collo sarà quella d’un piemontese: accade spesso
fra questi due popoli una solidarietà carisca, una distante ammirazione
che va al di là del comune fenomeno della sincope vocalica
(anche se forse questa ha a che vedere con quel certo disprezzo per la ridondanza inutile
che nordicamente non si scoraggia davanti alla ripida parete dei gruppi consonantici).
quando sono emiliano ammiro del piemontese quel puntiglio di lavoro ben fatto
che va unito a depressione, demonomanìa, e disgusto per la propria esistenza
praticamente (e infatti!) la mentalità gnostica
che vede in quello scarafaggio storpio d’iddio il primo e sommo incapace
velleitario, che si pone in capo di fare un lavoro elefantiaco richiesto da: nessuno,
aka il cosmo, e lo fa malissimo, con l’abilità d’un focomelico ritardato,
e anziché rip it up + start again, se la piglia coi suoi abitanti e li affligge
con quel dolcissimo mix di calamità naturali + morbi incurabili + canone Rai.
schifo dunque per l’iddio, il blakeiano Nobodaddy, e disgustazzo potente per sé stessi,
se è a immagine di quello che siamo fatti – e di lì il baudelairiano rifugio in Satana,
messe nere e occultismo torinese. ma a questo punto il massimo orgoglio
è proprio nello svergognare iddio mostrandosi meglio di lui al suo gioco,
ed esibire il suddetto puntiglio,
una calma e mostruosa serietà nel portare a termine i *nostri* mestieri
che non conosce la workaholica, cocainica frenesia lombarda
o quel tirare su capannoni a cazzo nel paesaggio, tipico dei veneti,
ma solo una diligente e versatile applicazione senza nevrosi.
un mio amico di mi sembra Alessandria diceva
che secondo lui pure l’unità d’italia
i piemontesi la fecero perché sostanzialmente
gli dava fastidio tutto quel disordine, quel casino
al di là del Ticino. insomma guerra all’Austria e poi al brigantaggio
(maledetti calabresi arrostitori vivi di gendarmi dello Stato)
così come si ramazzerebbe una stanza.

con tutta la però ammirazione per questo grandissimo popolo
al quale si può perdonare perfino la bagna caoda,
vi piazzo però sul trono n° 1 l’emiliano (diciamo tra Parma e Bologna,
con quel che c’è in mezzo), il quale fornitissimo anche lui
dell’etica del work hard (sebbene meno filosoficamente giustificata)
sottolinea nel suo atteggiamento con molta più convinzione
la parte del party: hard, hardissimo, da svellere il culo alla notte,
prendi quanto duro e seriamente lavori
poi moltiplica per dieci, perché se è vero che ottimo atto di protesta
verso il verme d’iddio è esibirci più meglio di lui nel far cose,
ancor meglio gesto di sgarro nei suoi confronti
è perseguire la deboscia allegra come fosse una scienza, una religione.
naturalmente non è tutto rose e fiori sotto il tappo blu del cielo,
e il tipico grezzone emiliano che divora la gnocca con metà della bocca
e il gnocco (fritto) con l’altra
mentre si agita sul dancefloor ubriaco orrendo al battito del rock
con bottiglia di lambrusco (Grasparossa) inserita nello sfintere anale
per facilitarne l’assorbimento da parte delle mucose,
è per noi letterati un personaggio più da ammirare e da frequentare
che col quale identificarsi.
ma nel mio mondo, più profondo e oscuro,
non tradisco quest’etica di base: e se il mio altissimo
lavoro artistico e intellettuale
ha sempre raccolto le lodi e i plausi dei competenti a giudicare,
resta il fatto che non minore è l’impegno che ci metto
a fomentare i good times quando scavo nel fondo della notte
come un ratto sul fondo del barile.
ma, piemontesamente, col taedium vitae + contemptus mundi nel cuore.

(oltre che nel lavoro e in quest’idea pressoché ascetica di festa rovente,
un altro posto dove si può essere hard è nelle mutande
ma lì avrei il numero d’un mio amico che è molto più eccezionale in quella cosa)

((sono anche le due regioni d’Italia dove si mangia/beve meglio, qualcosa vorrà pur dire.))
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2,3/5 meriti (3 voti)

quello che ha messo 1: so dove abiti, coglione.

il 02/09/2016 alle 16:08

prov. di QUANTO E' STRONZO AXEL.

il 02/09/2016 alle 19:27

...Ahi! Ahi! Ahi! ...mi sa che Axel ti "BannA" come ha fatto con me...poco male...si sopravvive lo stesso...

il 02/09/2016 alle 23:21

axel mi banna non appena m'iscrivo, non c'era bisogno che lo insultassi ora per arrivare a ciò. cmq basta parlare di quello sfigato, commentiamo i importantissimi temi sociali & antropol. sollevati da questa bella poseia, please

il 03/09/2016 alle 00:01

infatti speravo che apponesse un voto 5 per far media con l'1 di quel cretino

il 03/09/2016 alle 10:27