dorsi di specchi i volti
e occhi vetro sverniciato
trasparenti guardano se stessi
per riflettere altri
e consolarsi del peggio
che solo loro vedono
scale senza pioli
a scendere nel cortile dell'anima
i sorrisi orfani di nervi
e mossi da mimiche di rilancio
che imitano assensi furvianti
mani molleggiate da mosche
salutano a diniego l'aria
sull'altalena delle ciglia
poi riposano nell'incaglio
di un punto nero in fronte
recintato di rosso
gatti e topi giocano a rimpiattino
nel severo arbitraggio di sbadigli
e vince chi si scorda il suo nome
le giornate, arco senza corda
le frecce dita puntate nell'ignoto,
arciere il tempo ubriaco d'orologi
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da:Sorrisi Pignorati
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