Isole Aran: Inis Mòr e le due
sue sorelle lembi di terra
dal vasto Atlantico lambita,
il ricordo d’una estate antica:
un barcone a sfidar le onde,
un pub una birra due panini
il lacerato stomaco s’acqueta,
un tedesco professore dotto
di filosofia, del gaelico pensier
si è persa mi dice la memoria,
scogliere a picco onde forti lì
contro rumorose che il suo pensier
non portano infin poi a ben capire,
ecco maglioni colorati in bella vista,
poi un ragazzo vispo dai capelli rossi
un baio suo cavallin ed un calesse,
un susseguirsi di stradine strette
e un continuo e dolce saliscendi,
ai lati linde casette tra loro solitarie
nel verde sparse qual occhi aperti
oltre a guardar dai secchi muri
di orti e campicelli confini divisori
nere petraie e dal lunare aspetto,
e nel girovagar del calesse lento
sole e poi pioggia e ancora sole
poi pioggia e pioggia ancora
a ristorar nell’ampia vision
di quel lontan da oggi giorno mio
la rapita mente e lo spirito sognante