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Pubblicata il 20/06/2016
Ieri sono salito su quel colle
dove sta il tuo rifugio, l’eremo
che hai scelto.
questo mio pellegrinare
fino alle tue porte m’ha reso lieve la salita.
azzurro il cielo fa da tetto al severo edificio.
lo abbraccia un suono di campane
che si perde nel mondo.
eccoti, i tuoi compagni, la tua stanza
il tuo abito semplice ma ricco d’una beltà che avvince.
ancora oggi rivedo il tuo sguardo felice
che ha dissipato in me l’amarezza di aver perduto
la tua età più bella.
sentivo i tuoi fratelli festosi gridare al frate
anziano: ” Padre, padre, padre ”
questo grido mi ha reso cieco
tu mi hai preso la mano
che si è stretta al figlio ritrovato
quel tocco m’ha ridato la vista, l’amore e la fede.

mirella Narducci
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mistico afflato, che mi ha riportato all'eremo di S. Francesco... Bei versi Ax

il 20/06/2016 alle 11:51

E' un padre che va a trovare il figlio che ha preso i voti ed è diventato frate...Credeva di averlo perso perche non si sentiva più chiamare padre, ma vista la gioia di lui è tornato a credere.E' una storia successa a un mio amico era il suo unico figlio.Io ne ho fatto una poesia. Ciao axel

il 20/06/2016 alle 18:22

...Meno male che ho letto la tua risposta al commento così si è capito ....Sai, io non faccio finta di aver capito come fanno alcuni....Se trovi di difficile interpretazione la mia scrittura scirivimi che sarò esauriente...; baci, rom.

il 20/06/2016 alle 22:12

Rom non ce n'è bisogno io ti capisco al volo.....ah ah ah ciao :)

il 23/06/2016 alle 00:04