Quante parole, quanto inchiostro
stampato su pagine bianche.
il nero corvino che imprime
al verginale foglio quel vissuto
di sentimenti che non vogliono
essere dimenticati.
rivestono la candida carta
di emozioni che lei assorbe
e conserva fra punti e virgole.
ogni trama ha finali diversi
descrivono amori passioni
catturano l’anima di chi a lei si affida
e quella penna ignara tradisce
il silenzio e svela il mistero del cuore.
queste mie mani come da un crimine
macchiate grondanti d’inchiostro
giacciono inermi, stanche schiave
del pensiero, vogliono una pausa
mentre la mente vaga nei paradisi
di Aphrodite rubando turbamenti
che subito vuol mutare in parole
per far sognare chi legge.
e tu non sai quanto penare
sia costata quella frase
così carica d’amore
che come lama ti trafigge il petto.
mirella Narducci