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Pubblicata il 31/05/2016
ma tu quindi esisti? e dove? “io sono
di Forlì ma per lavoro adesso abito
a Rubiera (re). che non mi piace, è prosaica,
è quella stazione a metà del ducato estense
dove si fermano i regionali cosiddetti veloci.
‘Mòdana siede in una gran pianura’
come canta il Tassoni
sorseggiando cedrata,
qui siamo nella via Emilia produttiva e verde
esattamente al centro del gnocco fritto
ma qui c’è il mito della produzione,
prendo parte alla vita associativa
ma quanto mi manca l’estro
il dardo astuto del sole.”

t’inserisci quindi in una grande linea
di poesia romagnola, da quel tizio
che si lamenta della decadenza
parlando nel Purgatorio dantesco
ai vari Tonino Guerra e Baldini etc.?
“eheheh
io capisco dove tu vuoi arrivare
ma non sono di Santarcangelo e non ho quei dittonghi strani
che hanno imperlato di sudore le fronti dei glottologi
io son di Forlì l’ho detto e tu devi sapere
che c’è un problema. era Forlì la città del duce.
appeso quel reboante caporione
che aveva questa snervante abitudine d’allearsi con gl’imbianchini
essa è stata cancellata
noi stessi che l’abitiamo
non siamo poi sicuri che ci sia.
è per questo che non mi piace, quando posso
vado a Imola, a Cesena, a Faenza
per riprendere quel sodo contatto con l’esistenza.”

interessanti queste notazioni
che mi confermano come le regioni. ma tornerei
a bomba su quel nodo rovente centrale
della tua esistenza, non quella di Forlì
(che ti assicuro esiste, e ha anche una ztl,
e avrei voluto tanto saperlo prima).
insomma tu scrivi
o ti scrivono? sei tu parlato dal linguaggio,
sei tu letterato dalla letteratura
o è questa tua tenuissima esistenza
come per il gatto di Schroedinger
un dono di natura?
“ehehehe sai,
io ho capito una cosa bella
bisogna incoraggiare la pseudepigrafia
scrivere tutti valanghe di cose a nome altrui
finché lui stesso non sappia più se lui è lui.
amerei che Alessandro Pedrazzi, per quanto sia il bel nome
che babbo e mamma mi posero un giorno, diventi
un pubblico dominio, come Jerry Cornelius
un grande open source,
così come io stesso millanto a volte
di essere Manuel Vittorio Micaletto o Francesco Maria Tipaldi
non tanto perché io voglio diventare loro
(credo che uno sia molto triste
e l’altro nu poco terrone)
ma perché siano loro a non essere più tanto sicuri di esserlo.
vorrei che scrivessimo tutti centinaia di poesie a nome Gherardo Bortolotti
finché il Bortolotti, quel bravo poeta in prosa,
non si sveglierà pensando d’essere
il sig. Mario Visentin, agente immobiliare a Trebaseleghe (pd).
come hai detto in quell’altro poem qui sopra,
non sarebbe male che queste originarie identità
legate a un individuo coi suoi muchi e il suo sebo,
a un accidente anagrafico con tutte le sue miserie,
si trasfigurassero coi secoli nella pura etichetta di un genere letterario
come la ad esempio silloge teognidea.”

com’è, Sandrone, la tua donna preferita?
“sai, Stiv Bators diceva sempre: quella che ti scopa e se ne va
senza immiserirti lo scroto dell’anima
con le sue insicurtà donnesche.
io preferisco dire: ogni ragazza che alberga il trillo
gemmeo della rugiada nella geometria degli occhi
e non lo sa.
importante è che non lo sappia.
quando mi saluta e mi arrossiscono
di vampa improvvisa le braccia
e balbetto come fossi pieno di vernaccia,
ecco. è quello.”

qui sul sito sicuramente tutti si chiedono
com’è che ridi sempre “eheheheheheh
tu hai mai pensato a quanti
galleggiano mondi nel cosmo viscoso
e a quanta poesia viene prodotta
intere tradizioni strofiche
secoli di contorsioni dell’anima
su essi pianeti
che noi non sapremo mai nulla
non un rigo ne leggeremo
perché gli editori dormono?
a te non verrebbe da ridere?
è l’unica reazione socialmente
ammissibile… tu chiamala
se vuoi isteria…”
“e poi un’altra cosa… ogni tanto
penso all’apocatastasi
quando anche il Belzebù, quel birba,
verrà reintegrato nella sua purezza
primigenia
restarauto e mondato del peccato
– e poi penso a italiani forcaioli
con la bava alla bocca
il sibilo delle monetine su Craxi
il M5S che agita le manette
e grida di galere e di ruspe
e di gettare al cesso chiavi di celle
e suon di man con elle…
e eheheheheh che devo dirti,
mi piglia l’ironia cosmica
……… tanto che…
…mi sento già sulle tempie…
le basette del Foscolo
………
definitive
………”
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il 31/05/2016 alle 22:36

SEVERO MA GIUSTO, intendi dire. Virgin: devo informarmi su chi sia questo Vacca, magari scopro d'esser io. quanto ai Dead Boys, guarda, non li apprezzava molto neanche Christgau, li reputava reazionari e sessisti, tipo. però a cantare con delle fette di mortadella appuntate sul petto per poi soffiarvicisi il naso e mangiarsele, non c'è mai arrivato neanche John Lydon. il girone solo se tu arbitri :)

il 31/05/2016 alle 22:52

...Mi è venu-to un dubbio in-cre-dibile...Che Enfer, Sandrun e Virgin si-ano la stessa persona ? Cioé...Manuel Micaletto...; ai posteri...

il 01/06/2016 alle 00:06

Rom: no, davvero. non lo sono.

il 01/06/2016 alle 22:55

siete due pazzerelloni, proprio.

il 10/06/2016 alle 19:54