...si, il dolore più grande è quell'Io che si cancella...
...solo tu potevi...sensibile...sensibilizzi...
...un bacio...simy
MA un io che non si annulla..
perche' sempre vivra'..nell'infinito.
Tema a me molto caro, caro Gaetano.
Quell'IO che si "smaterializza" nell'ultimo verso è l'essenza del tema e dalla poesia tutta!
Sempre attento!!!
;-)
M'
Caro Gaetano: la poesia è molto bella ma la dedica è inutile.
Pensa a quanti, come me, sono soli a casa senza neanche un telefono che squilli.
L'io ritrova la sua dimesione temporale.
E ti accorgi di come la solidarietà esista solo nella televisione e di come il rimore del mare diventi voce per le tue orecchie.
Così è nata la mia poesia di oggi!Bravo, comunque, per il messaggio ma per il senso profondo che affermi nellalirica.
Ernesto
Avevo capito ancor prima di leggere la dedica che il tuo cuore aveva dedicato un apoesia anche ai tuoi pazienti, ai meno fortunati e come al solito la tua sensibilità e dolcezza, tocca l'animo commuovendolo....
Mary*
Bellissimo brano Gaetano, diritto e incidente nella realtà vera e sovente tragica della vita. Poesia che riguarda ogni sofferenza e ogni solitudine, in senso molto più ampio!
Un caro abbraccio.
Max
Grazie Ale, per me è fin troppo facile spendere almeno un pensiero; stavolta però è per rabbia... ma è meglio lasciar perdere.
Un bacione (marito permettendo! ;-))
Gaetano
... o che viene cancellato dall'indifferenza e dall'abbandono!
Grazie
Gaetano
L'annullamento dell'Io è la perdita della dignità umana cancellata dal dolore, dall'indifferenza e dall'abbandono: che poi possa o no continuare a vivere nell'infinito ha per me poca importanza.
Grazie e a presto.
Gaetano
Grazie Marco, anche tu sempre molto attento a leggere il reale significato delle mie parole.
Gaetano
Non sarò mai uno che fa gerarchie tra malati: lo si può essere nel corpo e nello spirito con eguale gravità; ho citato chi sta in un letto d'ospedale solo per brevità.
So bene (altrimenti che cavolo di medico sarei?) che la cancellazione dell'Io può certamente venire dalla perdita della dignità umana di un malato terminale, di uno affetto da Alzheimer, Parkinson, ecc, ma anche dalla depressione endogena, dalla perdita della volontà di vita, dall'abbandono e dall'indifferenza.
L'unica differenza, e (scusami) non mi pare poco, è che dalla depressione, dal desiderio della morte, dalla solitudine, si può tornare indietro, mentre il cancro terminale, il Parkinson, l'Alzheimer non te lo consentono.
Un caro saluto
Gaetano
Grazie Max, come al solito hai centrato lo spirito dei versi che vanno al di là della dedica apparentemente limitativa.
A presto risentirci.
Gaetano
Grazie Mary, non avevo dubbi che avresti saputo cogliere il centro anche dal solo titolo.
Un abbraccio.
Gaetano
Esperienze che toccano e lasciano segni profondi, Gaetano.
Ti ricordi quel che ti dicevo mentre passeggiavano sotto stelle fuggite in quel di Aprilia ?
Che tutti prima o poi parliamo degli stessi argomenti, perchè inevitabilmente prima o poi li viviamo.
Quando la inserirò leggi la mia " in balìa dell'invisibile" e capirai quanto siamo vicini nei sentimenti e nell'esperienze.
Luigi
Si Luigi, ricordo.
E ricordo anche quanti sentimenti ci accomunano.
Un abbraccio
Gaetano