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Pubblicata il 24/04/2016
Ansima fra l'erba incolta
nella fredda notte scura
umiliata dall’atroce realtà,
l’allegria giovanil dissolta,
il corpo fremente di paura
per l'ignobil atto di crudeltà.

l'anima e il corpo lacerati
del branco son carne di gioco,
per l’inganno del suo amor
compagno di simili spietati,
della pietà chiede l’invoco
dell’illusa vano è il candor.

le bestie han consumato
la vil scena feroce
or fausti di tal brutalità,
lasciata nel pianto stremato
lei, nel suo dolor atroce
innanzi alla perduta umanità.

straziata lungo la strada
risuonan le fosche minacce
pel silenzio forzato dall’orda,
l’amor proprio non degrada,
erge l’odio per quelle facce,
la vergogna, forse, l’animo assorda.
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Eccellente scritto! Sei molto bravo!

il 24/04/2016 alle 12:20