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Pubblicata il 12/04/2016
Come ragno ballerino, rapido il ritmo, salda la presa. Era ieri Alex, prima di dimenticare, molto prima di dimenticare. Dove avevi percheggiato la macchina, dove era andata a finire la parola giusta e perchè ti avevano rubato il colore rosso dai campi. Prima dell'enzima, del topo che si accascia nella gabbia, esposto alla prova per te e per chissà chi, o della mano di lei che ti accarezza, chissa perchè così lenta, troppo lenta, tante e tante volte fra la fronte e le ciglia. Prima della statistica, e raggi x, e vaga consapevolezza, e sperimentazione, e motoneuroni degenerati. È oggi Alex, prima di aver ricordato, molto prima di aver ricordato dove tu sia stato, sei vita. Salda la presa, rapido il ritmo, come ragno ballerino. Ancora aggrappato a quel filo.
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Traspare, Arlette , da questa tua prosa una accorata partecipata testimonianza al sopravvivere del lume quando il buio pare essere in grado di smorzare ogni favilla di possibilità sperata. Ogni Alex ci appartiene e impersona come fosse espiazione l'inesorabile tenzone a in cui, suo malgrado, è precipitato.

il 13/04/2016 alle 06:11

Meraviglioso componimento, amica Arlette!

il 13/04/2016 alle 09:50

Ad Alex, alla speranza, alla lotta silente e costante. Ciao Alex. Grazie Sergio e Maurizio, grazie per i vostri pareri espressi e anche solo per i passaggi e letture, egualmente graditi.

il 13/04/2016 alle 21:52