Aghi gelidi nel tepore
punzecchiano la pelle
l'inverno rivuole il suo sangue
congelato nei visi pallidi
e le vene si fanno uno stradario
dei tropici
i baveri dei cappotti
dormono sulle spalle
insensibili a sbuffi d'apatie
a volte svegliati bruschi
a porta d'orecchie
a chiudere litanie di vecchi
incagliate su scricchiolii d'ossa
brufoli verdi
su nodosi alberi
potati a ombrelli senza tela
da tessere man mano
e già il cardellino
commesso viaggiatore
espone colori decorativi
e cinguetta trattative
tutt'intorno cambia al meglio
e io nel limpido ruscello
vedo il mio declino
e cerco di fermarlo
lanciando un sasso
venditore di tappeti colorati
la terra plagia al morbido i piedi
che hanno voglia di volare
ma le forze mancanti
l'ammantano a riflettere
mentre il picchio fa
le pulizie Pasquali
e segna sul tronco un altro anno
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da: Sorrisi Pignorati
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