Svelto, lento,
forse stanco
e
molto spesso
annebbiato,
scivola
sull'asfalto il suo
passo,
possessore
di una porzione di città
a molti sconosciuta.
custode inconsapevole
della chiave
di una porta,
la cui soglia;
è
difficile
pensare
a qualcuno
che la desideri
varcare.
cantore
maledetto
di una
maleodorante storia,
che da lontano
affascina
e da vicino spaventa,
una storia
in cui il bello e il brutto,
il bene e il male,
l'amore e l'odio,
gettati come goccia
nelle infinite onde
dell'esser
ieri, oggi e domani,
si attorcigliano,
si graffiano e si litigano;
a volte giocano
come due gatti
bambini.
nel suo volto,
profondo
come il tonfo
del silenzio
dopo il passaggio
di un treno,
che solo la notte
ti può regalare,
si specchiano
attoniti
gli sguardi
di chi intreccia
la sua orbita,
mentre
negli occhi,
di una vivacità
quasi opaca,
si intravede
il balbettio
della vita!