Cammino fino a stancarmi, è quasi l’una ed il cane mi mostra la sua fame masticando brevemente a vuoto.
davanti ad una casa dai colori sbiaditi, poco distante dal paese, ci fermiamo un poco a riposare.
e’ una casa così facile da pitturare ma così bella con quelle chiazze di colore che scendono giù dal tetto: colori che assomigliano al grano maturo, colori usciti spalmati come il loro essere, ora fermi.
di fronte nell’aria annebbiata di calore estivo stanno cavalli immobili a parlar di niente.
e così mi ritrovo a guardare la vita del bruco sulla foglia, con il cuore che batte piano, che bello non sentirlo neppure.
e’ uno di quei momenti in cui stringo la mano alla vita e mi stringe anch’essa senza nulla dire: perché la parole rovinano il silenzio rovinano tutto, fanno rumore, e quasi ti viene di parlare con la bianca statuina di una Madonna murata sul cancello - Madre, per te, la preghiera più bella corre nel vento e porta Amore.
la piccola chiesa profuma di cera, d’incenso e di pace, è lieto e non disturba il suono delle sue campane: Benedizione di un amore o di una vita che viene o che va.
il davanzale di un borgo è un posto quieto!
e’ bello osservare giù nella via l’incontro della gente.
mi piace immaginare si dicano cose semplici, schiette, mi piace immaginare la felicità di ritrovarsi.
la parola borgo è un sorriso che sa di antico, di porte socchiuse, di terrazze di neve fresca e di cieli stellati.