PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Utente eliminato
Pubblicata il 03/02/2016
caro me,
anche oggi ti devo raccontare
di una giornata uguale alle altre,
di chilometri, di ansie, di sospiri
e facce tristi nelle tristi strade

È da un po’ che non ti scrivo,
che non ti chiedo come stai,
come procedono i tuoi sogni,
in quale paradiso ora ti trovi

beato te che trovi il tempo
di ammazzarlo, questo tempo,
con l’arma aguzza della fantasia
viaggiando gaio a mille all'ora,

di qua le curve d’una donna bella
di là segmenti tra nuvole lontane
al ritmo di certi versi irresistibili
che avrai composto in arcobaleno

caro me che né ti vedo né ti sento
nell’atto di sincronizzare l’ora
o nei bollenti fumi dei caffè
che io consumo per sentirmi vivo

salutami l’immobile carrubo
sotto la cui ombra m’assopivo
in quei speciali caldi pomeriggi
che il mare tuo e mio tradivo.

*
anno di stesura 2008
(tratta da “Appena finirà di piovere” pubblicato in giugno 2010 da Global Press Italia - Prefazione di Angela Ambrosoli)
  • Attualmente 3.8/5 meriti.
3,8/5 meriti (5 voti)

L'uso enfatico dei pronomi (me, te) si fa ritmo incalzante che scandisce il viaggio alla ricerca della dimensione più autentica e profonda dell'esistenza. Bella poesia.

il 03/02/2016 alle 22:26

Concretamente risoluta

il 04/02/2016 alle 00:05

Bella!! Intimamente vi è la consapevolezza che i ritmi dell'esistenza traccia linee di separazione da noi stessi a volte poi riusciamo ad accorgerci di noi guardandoci e parlandoci per scoprirci un po' di più di quello che credavamo di sapere. Tu l'hai fatto descrivendolo bene!!

il 04/02/2016 alle 08:53

bella davvera bella, ciaooo

il 04/02/2016 alle 16:49